LA CAMPANIA > ANNATE

A cura di Paolo De Cristofaro

LE ANNATE, ISTRUZIONI PER L’USO

E’ molto difficile, se non impossibile, delineare un profilo univoco “campano” quando si parla delle diverse annate. Vale la pena di ricordare che tra il limite nord al confine con il Lazio (dove si collocano le vigne di Galluccio e Roccamonfina) e il limite sud al confine con la Basilicata (dove si trovano le vigne più meridionali del Cilento) c’è una fascia di circa 300 chilometri, che è poco meno della distanza che separa Beaune e Châteauneuf-du-Pape.

Allo stesso modo è importante sottolineare sempre che, quando parliamo di viticoltura in Campania, ci riferiamo contestualmente a vigne sulla costa, praticamente affacciate sul mare, e ad altre ubicate nelle zone più interne della regione, a ridosso dell’Appennino. Per non parlare di tutte le differenze che riguardano i vitigni, i sistemi di allevamento, le caratteristiche dei terreni, le epoche di raccolta, i singoli microclimi, e così via.

Fatta questa premessa, si possono comunque provare ad estrarre ed isolare alcuni aspetti meteorologici, agronomici ed espressivi che ricorrono nelle varie annate ed hanno una valenza un po’ per tutta la regione. Quella che segue è dunque solo una traccia da cui partire per chi vuole ricevere indicazioni sintetiche sui vari temperamenti vendemmiali, sulle possibili finestre di beva, sul potenziale evolutivo, sul livello medio delle riuscite, facendo ovviamente la tara all’estrema eterogeneità produttiva, stilistica e territoriale che si manifesta nelle varie denominazioni.

A tal fine prendiamo in esame il nuovo millennio, per almeno due ordini di motivazioni. Bisogna innanzitutto considerare che la vitienologia regionale è entrata realmente in una dimensione “collettiva” solo in questa fase, quando c’è stata una vera e propria esplosione di nuove realtà imbottigliatrici, che si sono affiancate alle poche aziende storiche. In secondo luogo è opportuno ricordare come si sia manifestata soltanto in tempi recenti l’esigenza di creare una documentazione sulle singole vendemmie, specialmente per quelle cantine non abituate ad organizzare archivi di bottiglie vecchie e giovani, da stappare a distanza di anni per verticali e retrospettive.

Tramite il menu laterale è possibile accedere alle schede di approfondimento curate in collaborazione con l’Associazione Enologi Enotecnici Italiani – Sezione Campania su tutte le annate a partire dalla 2008, oltre che a tre sezioni contenenti altrettante tabelle riassuntive.

Le prime due sono dedicate alle descrizioni e valutazioni delle annate, divise tra quelle precedenti e successive alla nascita del progetto Campania Stories: la prima tabella riporta le indicazioni sintetiche relative al periodo compreso tra la vendemmia corrente e la 2010; la seconda tabella prende in esame il periodo compreso tra le vendemmie 2009 e 2000.
Per ogni millesimo proponiamo una valutazione in ventesimi, ulteriormente ripartita tra vini bianchi e vini rossi, che fa riferimento alla media qualitativa e al potenziale evolutivo generale, accompagnata da parole-chiave riconducibili allo specifico carattere climatico ed espressivo. L’ultima nota si configura come stima di massima sulle finestre di consumo consigliabili per ciascuna annata.

La terza tabella riassuntiva è invece dedicata alla valutazione delle annate in rapporto alle principali varietà coltivate in regione: falanghina, fiano, greco, piedirosso e aglianico. In questo caso viene approfondito esclusivamente il periodo coperto dagli eventi di Campania Stories, ovvero quello compreso tra la vendemmia corrente e la 2010.