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Costa d’Amalfi #5. Sottozona Tramonti, le migliori aziende (prima parte)

Dopo il focus sulle sottozone Furore e Ravello della Costa d’Amalfi (link e link), passiamo alla sottozona Tramonti, prima parte.

Sottozona Tramonti

C’è più terra che mare nella storia di Tramonti, vero e proprio cuore agricolo della costiera amalfitana. Siamo a pochi chilometri da Ravello, ma ci troviamo di fronte ad un distretto completamente diverso per storia, cultura ed attività produttive. Le tredici frazioni che lo compongono, senza un vero e proprio centro del paese, disegnano un mosaico complesso all’interno del quale la vigna ha sempre avuto un ruolo fondamentale. Tuttavia, solo in tempi recenti le sue specificità hanno cominciato ad essere realmente valorizzate.

La sottozona Tramonti della Dop Costa d'Amalfi vista con Google Earth

La sottozona Tramonti della Dop Costa d’Amalfi vista con Google Earth

Gli abitanti di Tramonti sono storicamente contadini e pastori costretti a fare i conti con un’economia povera, quasi di sussistenza: la posizione per molti aspetti isolata, schiacciata tra l’aspro Valico di Chiunzi e la gola che piomba su Maiori, ha reso da sempre complicati gli scambi commerciali, nonostante una tavolozza di materie prime di riconosciuta qualità e carattere. Non solo uva e vino, ma anche grandi latticini e carni, verdure, castagne. Un paniere straordinario che non ha impedito un’ondata migratoria tra le più violente e conosciute del sud: seguendo l’esempio di Luigi Giordano, negli anni ’60 centinaia di giovani decisero di lasciare il paese per diventare pizzaioli nel nord Italia.

Oggi Tramonti rivendica sempre di più una parte da protagonista nel crescente successo dei vini della Costa d’Amalfi. Un proclama che nasce innanzitutto dalla consapevolezza di accogliere la parte di gran lunga più consistente del vigneto costiero, per di più soprattutto a piede franco. Ma è anche una voglia di riscatto che si radica nel passato, quando Tramonti era meta privilegiata dei commercianti sorrentini, che qui venivano ad acquistare sfusi ideali per l’arricchimento dei loro Gragnano e Lettere, oppure ancora dei bottiglieri partenopei e dell’Agro Nocerino-Sarnese, che trovavano nei vini della zona un plus di consistenza e spalla.

Nel 1977 Giuseppe Apicella fonda la prima cantina del borgo, poi il terzo millennio vede affacciarsi sulla scena Tenuta San Francesco, Reale, Monte di Grazia, poi Raffaele Palma a Maiori, l’altro comune che rientra nella sottozona.

Al centro di tutto, ieri come oggi, un vitigno dalla spiccata identità e dalle straordinarie potenzialità come il tintore, per anni descritto (erroneamente) come un clone di aglianico, affiancato dal piedirosso e da altre varietà minori. Un valore che va al di là degli aspetti ampelografici ed enologici, perché buona parte delle uve di tintore utilizzate proviene da maestose pergole ultracentenarie prefillosseriche, spesso non innestate. Veri e propri presidi storici e culturali, capaci di tenere in vita concretamente una viticoltura pressoché scomparsa in Europa.

La sottozona Tramonti vista da nord (Valico di Chiunzi) con Google Earth

La sottozona Tramonti vista da nord (Valico di Chiunzi) con Google Earth

La vocazione della sottozona (che come detto comprende anche il comune di Maiori) è fondamentalmente rossista, dunque, ma non mancano le varietà a bacca bianca (pepella e ginestra soprattutto, accanto a biancazita e biancatenera), le quali non di meno raccontano la tempra più austera e terragna della Costa d’Amalfi, attraverso vini che dimostrano sempre di più di saper anche viaggiare nel tempo.

Una originalità espressiva da mettere in relazione principalmente con le peculiarità pedoclimatiche: l’area di Tramonti è la più fredda e tardiva della Costa d’Amalfi, quella che meno sente l’influsso del mare e della sua azione mitigatrice. Numerose parcelle si posizionano a ridosso dei 600 metri di altitudine, a ridosso della montagna: le maturazioni sono mediamente più lente, le escursioni termiche a volte vertiginose, i vini regolarmente più acidi e tannici rispetto a quelli di Furore e Ravello.

Sottozona Tramonti, le migliori aziende (prima parte)

GIUSEPPE APICELLA
Via Castello S.Maria, 1
Frazione Capitignano – 84010 Tramonti (SA)
tel +39 089 856209 – fax +39 089 876075
Sito Internet: www.giuseppeapicella.it
email : info@giuseppeapicella.it

Vai al post dedicato a Giuseppe Apicella: link

Luigi e Gaetano Reale, produttori a Tramonti (SA)

Luigi e Gaetano Reale, produttori a Tramonti (SA)

REALE
Via Cardamone, 75 – Borgo di Gete – Tramonti (SA)
+39 089 856144
www.aziendaagricolareale.it
aziendaagricolareale@libero.it

Piccola realtà situata in località Gete di Tramonti, l’azienda nasce nel 2002 per iniziativa di Andrea Reale, subito affiancato dai figli Luigi e Gaetano, appassionati di vino e fin da piccoli impegnati nell’altra attività di famiglia, quella che fa dell’omonima Osteria uno degli indirizzi più affidabili dell’alta Costiera.

Sono appena 2,5 gli ettari che compongono il patrimonio aziendale, divisi più o meno in tre parcelle: Vigna De Rosa, Vigna Cardamone (recentemente reimpiantata) e Vigna Diana, che ospita quasi esclusivamente vigne centenarie franche di piede. Coadiuvati dall’enologo irpino Fortunato Sebastiano, i fratelli Reale hanno vinificato fino al 2005 presso l’azienda De Conciliis, in Cilento, prima di completare la nuova cantina, che sorge tra Vigna Cardamone e Vigna Diana, a Tramonti.

La piccola gamma, poco più di 10.000 bottiglie annue, si articola su quattro etichette, tutte estremamente caratterizzate e sempre più interessanti nelle ultime annate.

L’Aliseo è realizzato con uvaggio di biancazita, biancatenera e pepella ed è un classico bianco amalfitano, capace di coniugare freschezza aromatica e concretezza di beva (il 2013 è un validissimo esempio, in questo senso).

Reale - Getis

Poi c’è il Getis, che per quanto mi riguarda è di gran lunga il miglior rosato campano per costanza qualitativa, personalità e longevità. Blend di piedirosso e tintore, vale la pena di stapparlo anche dopo qualche anno di bottiglia (le versioni 2007 e 2008 sono oggi magnifiche, per capirci).

Infine i due rossi, per molti versi complementari, sia da un punto di vista ampleografico che stilistico. Il Cardamone è piedirosso in maggioranza con saldo di tintore, un tipico rosso gastronomico adattissimo alla cucina rurale di Tramonti (altre informazioni qui: link). Il Borgo di Gete è il suo “alter ego”: tintore pressoché in purezza, è il vino di punta dell’azienda, proposto in commercio dopo un lungo affinamento in rovere e in bottiglia. Ha solitamente bisogno di ulteriore attesa per amalgamare i decisi timbri speziati ed empireumatici con cui si presenta all’uscita, ma soprattutto per distendersi nel suo scalpitante apporto estrattivo e fenolico. Versioni come quelle del trittico 2006-2008, ad esempio, sono tutt’altro che risolte da questo punto di vista: l’impressione è quella di un vino in divenire, che potrebbe crescere ancora sul piano della definizione fruttata e dell’armonia tannica.

Alfonso Arpino, azienda Monte di Grazia, Tramonti (SA)

Alfonso Arpino, azienda Monte di Grazia, Tramonti (SA)

MONTE DI GRAZIA
Via Orsini, 36 – Tramonti (SA)
+39 089 876906
www.montedigrazia.it
montedigrazia@hotmail.it

Minuscola realtà da meno di tre ettari, condotti in biologico certificato, Monte di Grazia è battezzata dall’omonima località di Tramonti, situata nella parte alta del borgo, a ridosso del Valico di Chiunzi, intorno ai 550 metri sul livello del mare. Altre parcelle si trovano a Madonna del Carmine (400 metri), Casa di Mario (270 metri), Vignarella (430 metri) e Casina (440 metri), dove è ubicata anche la piccola cantina, pensata da Alfonso Arpino alla fine degli anni ’90 con i consigli di Gerardo Vernazzaro.

Buona parte delle vigne di proprietà è occupata da piante ultracentenarie, allevate col tradizionale sistema a raggiera atipica: tintore in primis, affiancato da piedirosso, pepella, ginestra e biancatenera. Tutto confluisce in meno di diecimila bottiglie, divise fra i tre Monte di Grazia Igp, Bianco, Rosato e Rosso, che gli appassionati più attenti conoscono come le interpretazioni forse più “estreme” della vitienologia amalfitana.

Sono in tutto e per tutto vini di montagna, lontani da ogni ammiccamento dolce e fruttato, quasi scarnificati nella silhouette gustativa, ritmata in primo luogo dalle sferzate citrine e saline, abbinate a gradazioni alcoliche decisamente contenute. Istruzioni per l’uso che valgono trasversalmente per il Bianco (altre informazioni qui: link), il Rosato (di stile più riduttivo) e il Rosso, che in certe annate (come 2005 o 2008) fa pensare ad alcuni dei più martellanti ed ossuti nebbiolo dell’Alto Piemonte. Ma il tintore è un vitigno dalle molteplici facce e versioni come 2007 e 2011 ne sottolineano un’indole più rassicurante e mediterranea, fermo restando il rigore espressivo.

Quando si beve un Monte di Grazia, è sempre una buona idea stappare la bottiglia in anticipo e fare attenzione alle temperature di servizio: l’ossigeno è quasi sempre un prezioso alleato per vini che crescono enormemente nel bicchiere, migliorando costantemente perfino nell’arco di una settimana, e più. Li recuperate in enoteca tra i 12 e i 15 euro.

Nella seconda parte dedicata alle migliori aziende della sottozona Tramonti (e aree limitrofe): Tenuta San Francesco, Raffaele Palma, Le Vigne di Raito

Speciale Costa d’Amalfi – Le puntate precedenti

Costa d’Amalfi #1. Appunti di un viaggio verticale – link
Costa d’Amalfi #2. Area di produzione e vitigni – link
Costa d’Amalfi #3. Sottozona Furore, le migliori aziende – link
Costa d’Amalfi #4. Sottozona Ravello, le migliori aziende – link

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L'Autore

Paolo De Cristofaro

Paolo De Cristofaro

Irpino classe 1978, lavora a tempo pieno nel mondo del vino dal 2003, dopo la laurea in Scienze della Comunicazione e il Master in Comunicazione e Giornalismo Enogastronomico di Gambero Rosso. Giornalista e autore televisivo, collabora per numerose guide, riviste e siti web, tra cui il blog Tipicamente, creato nel 2008 con Antonio Boco e Fabio Pracchia. Attualmente è il responsabile dei contenuti editoriali del progetto Campania Stories, nato da un’esperienza ultradecennale nell’organizzazione degli eventi di promozione dei vini irpini e campani con gli amici di sempre. Dal 2013 collabora con la rivista e il sito di Enogea, fondata da Alessandro Masnaghetti.
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