Ciro Picariello (a destra) con il figlio Bruno

2010 Review #1. Greco di Tufo, Ciro Picariello

Quando si nomina Ciro Picariello, il pensiero corre automaticamente al suo Fiano d’Avellino. E’ il vino che l’ha reso famoso e quello su cui si concentrano maggiormente i suoi sforzi, quello che gli ha fatto scegliere la strada della viticoltura. E’ la sua punta di diamante e, per me, una cartina tornasole ideale per inquadrare le annate nel distretto irpino. Un vino in grado di assecondare in maniera fedele quello che è l’andamento climatico, nel bene e nel male, per effetto di un approccio poco interventista in vigna e in cantina. E’ un Fiano che racchiude al suo interno un mix della forza sapida e della struttura delle vigne di Montefredane con la delicatezza eterea e montana delle vigne di Summonte: un blend paritario che dalla 2008 si rivela formula vincente e vedrà affiancate altre sperimentazioni. Idee che probabilmente non faranno che accrescere l’innegabile fascino che i vini dell’azienda di Summonte esercitano sugli appassionati nazionali e esteri.

Forse non tutti sanno, però, che dall’annata 2009 Ciro produce anche Greco di Tufo, con le uve provenienti da una vigna presa in affitto tra Altavilla Irpina e Tufo. Un vino nato per assecondare le richieste del mercato estero più che per vera vocazione ma che, nel tempo, sta dimostrando una notevole progressione in termini di qualità e costanza. Un Greco pensato con la mente di chi ha il Fiano nelle sue corde, ottenuto attraverso una pigiatura estremamente soffice e rapida delle uve per raccogliere solo il mosto fiore, nell’intenzione di limitare l’apporto tannico caratteristico della tipologia e il rischio di ossidazione a cui il Greco va incontro in questa delicata fase.

Picariello Ciro - Greco di Tufo '10

Il risultato? Un 2010 ancora giovanissimo e per molti versi da farsi, che si presenta con un giallo dorato intenso e luminoso. Il primo impatto è un soffio di mare, conchiglioso e salmastro, poi gli agrumi si alternano tra il giallo del limone e del cedro e il verde del lime. La freschezza vegetale del tarassaco, la delicata florealità bianca e un sottofondo pirico completano il quadro di un vino dal passo lento, dalla bella e ancora inespressa forza evolutiva.
La bocca è acida e ficcante come il vitigno impone, quasi cruda nella sua impetuosità. La sensazione tannica c’è ma è secondaria, il sapore è lungo e incessante. Chiude sulla scorza di agrumi, piacevole e lunga nel retrolfatto.

Per l’abbinamento dimenticate il pesce, se non particolarmente elaborato e grasso, puntate dritti sulla carne perché vi consentirà di osare. Più o meno (molto più spesso meno) sui 15 euro in enoteca.

Azienda Ciro Picariello

Indirizzo: Via Marroni – Summonte (AV)
Telefono: +39 0825 702516
Mobile: +39 347 8885625
Sito Internet: www.ciropicariello.com
Email: ciropicariello@hotmail.com
Ettari totali di vigneto: 7 ha
Bottiglie annue prodotte (media): 50.000
Visite in azienda: su prenotazione
Vendita diretta: sì

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L'Autore

Alessio Pietrobattista

Alessio Pietrobattista

Romano classe 1978, ha iniziato ad approfondire la sua passione per il vino dopo l’incontro con Sandro Ferracci, condividendo le proprie espressioni su vari blog e forum tematici. Dal 2009 al 2012 ha curato una rubrica dedicata a vini e vignaioli sul quotidiano La Repubblica. Segue la Campania con regolarità dal 2010, attualmente collabora anche con il web magazine Agrodolce e l’editore Enogea, di Alessandro Masnaghetti.
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