Apicella - A Scippata '01

Apicella, Costa d’Amalfi Tramonti Rosso ‘A Scippata Riserva 2001

Era il 1977 quando Giuseppe Apicella fece una scelta che ha regalato alla storia di Tramonti un pizzaiolo in meno e un vigneron in più, il primo a creare una propria cantina nel paese con la più ampia disponibilità di vigne della Costa d’Amalfi *. La sua famiglia aveva una secolare tradizione nella produzione e nella commercializzazione del vino di Tramonti, ma la scelta maturò lontano da quelle terrazze impervie.

Come quasi tutti i giovani della sua generazione, Giuseppe andò a lavorare in Piemonte, a Biella, dove si accorse con stupore che i contadini tendevano a dare un nome e una provenienza alle proprie bottiglie. Si chiese quasi con rabbia perché i vini della sua terra, da sempre ricercati dai commercianti sorrentini e dell’agro nocerino-sarnese e vesuviano, non potessero avere pari dignità. Tremila bottiglie per iniziare una bella avventura che vede in prima linea anche i figli Prisco, enologo, e Fiorina, sommelier e responsabile delle vendite.

Giuseppe Apicella, vigneron a Tramonti (SA)

Giuseppe Apicella, vigneron a Tramonti (SA)

L’azienda lavora oggi su circa 7 ettari in biologico certificato, per circa il 60% di proprietà, divisi in 14 appezzamenti ubicati nelle frazioni Polvica, Pietro, Campinola e Capitignano, dove si trova la cantina. I rossi sono allevati su pergolati mentre le vigne dedicate alle uve bianche sono state reimpiantate a spalliera. Con le tradizionali varietà della zona Apicella produce un Piedirosso Igp in purezza, i Tramonti Bianco, Rosato e Rosso e due cru, il bianco Colle Santa Marina e il rosso Riserva ‘A Scippata.

Proprio a quest’ultimo tocca un po’ il ruolo di etichetta-bandiera nella pregevole batteria di casa. Un vino che non smette di sorprendere, specialmente se stappato dopo qualche anno. Mi sono spesso divertito a proporlo alla cieca ad amici ed assaggiatori esperti: ogni volta è stato un lungo girovagare per mezza Europa prima di arrivare in Campania e alle colline della Costa d’Amalfi. Le associazioni più ricorrenti sono quelle con certi rossi del Rodano e, pensandoci bene, sono parallelismi che ci stanno eccome. Il tintore ha sicuramente un carattere mediterraneo, che si estrinseca nel frutto rigoglioso, nei timbri fortemente speziati e affumicati, nei ricordi di macchia, nel profilo gustativo avvolgente e saporito, più che linearmente verticale. Ma c’è poi la ricca dotazione tannica, le acidità sostenute, la robusta fibra strutturale, che riportano ad atmosfere decisamente più “nordiche” e appenniniche.

Quando le due anime “mari e monti” si fondono armoniosamente, i rossi da tintore si propongono tra i più interessanti e completi della regione. E, come detto, alcune versioni di ‘A Scippata Riserva corrispondono perfettamente all’identikit: per la mia esperienza la migliore riuscita di sempre è quella dell’annata 2000, ma anche il 2001 da poco riassaggiato meriterebbe la solita piccola caccia al tesoro (in cantina sono rimaste pochissime bottiglie e molti ristoranti hanno iniziato solo in tempi recenti a costruire verticali dedicate alla tipologia).

Se ne producono 4.000-8.000 bottiglie a seconda dell’annata, derivanti da un cru di circa un ettaro piantato dal bisnonno di Giuseppe Apicella alla fine degli anni ’20. Deve il nome all’operazione di scasso che rese la vigna “scippata dalla selva”. Nelle ultime vendemmie sono aumentate le percentuali di tintore (le prime uscite prevedevano un 20-30% di piedirosso), mentre le vinificazioni prevedono lunghe macerazioni in acciaio, con successivi affinamenti in botte di rovere da 20 ettolitri e tonneaux, per quasi due anni.

Quadro A Scippata

Rispetto al 2000 (ma anche al 2004), il 2001 è un ‘A Scippata più solare e rotondo, come suggerito dalle sensazioni di ciliegia in confettura, castagna infornata, chiodi di garofano, ma la beva resta solida e al tempo stesso confortante, con tannini mordenti ma ben mimetizzati nell’abbraccio glicerico e saporoso.

Sembra al suo apice, pronto da bere e da godere, magari a fine pasto per accompagnare un caciocavallo o un provolone del Monaco degno di questo nome. L’ultimo millesimo in commercio è il 2009, reperibile intorno ai 25 euro in enoteca.

Apicella

Via Castello S.Maria, 1 – Frazione Capitignano – Tramonti (SA)
Tel +39 089 856209

Sito Internet: www.giuseppeapicella.it
Email : info@giuseppeapicella.it
Superficie aziendale vitata: 7 ettari (4 ha di proprietà)
Produzione annua (media): 70.000 bottiglie
Visite e vendita diretta in azienda: su prenotazione

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L'Autore

Paolo De Cristofaro

Paolo De Cristofaro

Irpino classe 1978, lavora a tempo pieno nel mondo del vino dal 2003, dopo la laurea in Scienze della Comunicazione e il Master in Comunicazione e Giornalismo Enogastronomico di Gambero Rosso. Giornalista e autore televisivo, collabora per numerose guide, riviste e siti web, tra cui il blog Tipicamente, creato nel 2008 con Antonio Boco e Fabio Pracchia. Attualmente è il responsabile dei contenuti editoriali del progetto Campania Stories, nato da un’esperienza ultradecennale nell’organizzazione degli eventi di promozione dei vini irpini e campani con gli amici di sempre. Dal 2013 collabora con la rivista e il sito di Enogea, fondata da Alessandro Masnaghetti.
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