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Non di soli premi vivono le guide dei vini – prima parte

Sulle Guide dei vini si può dire tutto e il contrario di tutto, lo sappiamo. Ognuno ha la sua idea rispetto all’attualità e all’utilità dello strumento e non è certo questa la sede per aprire l’ennesimo dibattito. Di una cosa, però, siamo pienamente convinti: anno dopo anno, edizione dopo edizione, queste pubblicazioni contribuiscono a creare una documentazione storica a suo modo indiscutibilmente preziosa. Non solo e non tanto se vista nell’immediato, quanto analizzata a distanza di tempo: sfogliando una guida di dieci anni fa, ad esempio, riusciamo a ricavare indicazioni utili anche sul presente. Ci rendiamo conto immediatamente di cosa è eventualmente cambiato nel tempo, rivedendo chi c’era, chi mancava, quali erano i vini che andavano per la maggiore in quella fase, quali zone riuscivano ad emergere con più forza, quali erano per certi versi agli inizi di un percorso, e così via.

Quando vengono annunciate le nuove edizioni autunnali, molta attenzione viene riservata di solito alle varie liste di premi, con relativi dibattiti più o meno accesi. Dal nostro punto di vista, però, è un po’ come giudicare un film solo dal suo trailer: senza voler sminuire il peso che ancora hanno i massimi riconoscimenti, crediamo che sia molto più interessante prendersi del tempo per andare a guardare nel dettaglio il lavoro complessivo proposto dalle diverse commissioni di assaggio. A partire dai cosiddetti “timoni” e dalle scelte che hanno portato all’inserimento di quelle aziende, e non di altre. Vale a dire il primo tipo di selezione a cui sono obbligate le pubblicazioni cartacee, che hanno a disposizione una foliazione ben precisa per ciascuna area: limiti di spazio che diventano una prima chiave di lettura di una determinata prospettiva critica.

Altre informazioni importanti si possono ricavare analizzando gli elenchi dei vini che sono stati presi in esame dai responsabili editoriali per l’attribuzione di un eventuale premio, ciascun gruppo con il proprio sistema. In gergo vengono chiamati “finalisti”, mutuando il termine dal metodo adottato tradizionalmente dalla guida Vini d’Italia Gambero Rosso (fino al 2009 editata con Slow Food). Che prevede una prima fase con le degustazioni territoriali e poi, tra fine luglio e inizio agosto, una nuova tornata di assaggi con le migliori bottiglie selezionate dalle commissioni locali per le finali – appunto – dei Tre Bicchieri.

E proprio dalla pubblicazione più “longeva” che partiamo. Giunta quest’anno alla ventottesima edizione, la guida di Gambero Rosso si articola come sempre attraverso una divisione regionale, con l’eccezione del Trentino e dell’Alto Adige, che hanno sezioni distinte e separate, a differenza di quel che accade da un punto di vista amministrativo. All’interno di ogni regione le aziende sono ulteriormente divise tra una sezione principale, le cosiddette schede grandi, e una seconda parte denominata “le altre cantine” (le cosiddette schede piccole). Andiamo dunque ad analizzare nel dettaglio le scelte relative al timone regionale, a cui seguirà un altro focus dedicato ai finalisti di quest’anno.

Gambero Rosso 2015 – Le aziende campane inserite in Guida

Il primo dato da sottolineare è il sensibile aumento della foliazione riservata alla Campania. Le aziende inserite con la scheda grande passano dalle 52 dell’edizione 2014 alle 54 dell’ultima, mentre le schede piccole sono 60 (erano 54 l’anno scorso). Le cantine campane selezionate sono dunque 104, cifra che rappresenta poco più del 4% del totale nazionale (i produttori italiani recensiti in Vini d’Italia 2015 sono 2402).

Piccoli cambiamenti si registrano anche per quel che riguarda la distribuzione territoriale delle aziende campane inserite. La zona che fa registrare la crescita più significativa è il Sannio, che passa da 15 cantine (4 schede grandi e 11 piccole della scorsa edizione) alle 20 attuali (6 + 14). Rimane stabile il saldo delle rappresentanze di Alto Casertano, Colline Caiatine, Campi Flegrei, Ischia Cilento, Costa d’Amalfi, Vesuvio, mentre diminuiscono le presenze dell’Irpinia, che scende da 50 cantine (29 + 21) a 46 (29 + 17).

Il dato più significativo è quello che riguarda il turnover delle aziende inserite: sono 32, quindi praticamente un terzo del totale, le cantine che entrano in guida (non necessariamente per la prima volta) e non erano presenti nell’edizione 2014. Considerando l’aumento dalla foliazione, sono dunque 24 quelle che perdono il proprio posto nell’ultimo aggiornamento della pubblicazione.

Gambero Rosso 2015 – Le schede grandi divise per zone
(in corsivo sono evidenziati i nuovi inserimenti, tra parentesi il saldo rispetto all’edizione 2014)

Alto Casertano (=)

I Cacciagalli
Masseria Felicia
Villa Matilde

Terre del Volturno – Colline Caiatine (+1)

Alois
Nanni Copè
Terre del Principe
Vestini Campagnano
Viticoltori del Casavecchia

Sannio (+2)

Cantina del Taburno
Cautiero
Fontanavecchia
La Guardiense
La Rivolta
Terre Stregate

Irpinia (=)

A Casa
Caggiano Antonio
Colli di Castelfranci
Colli di Lapio
Contrada Michele
Contrade di Taurasi
Di Marzo
Di Meo
Di Prisco
Donnachiara
Ferrara Benito
Feudi di San Gregorio
I Favati
Mastroberardino
Molettieri Salvatore
Montesole
Perillo
Picariello Ciro
Pietracupa
Quintodecimo
Rocca del Principe
Sanpaolo – Magistravini
Tecce
Tenuta Cavalier Pepe
Tenuta Sarno 1860
Terredora
Urciuolo
Villa Diamante
Villa Raiano

Campi Flegrei (=)

Contrada Salandra
La Sibilla
Quarto Miglio

Ischia (=)

D’Ambra

Costa d’Amalfi (+1)

Cuomo Marisa
Palma Raffaele
Tenuta San Francesco

Colli di Salerno – Colli Picentini (=)

Montevetrano

Cilento (-1)

Maffini Luigi
San Giovanni
San Salvatore

Gambero Rosso 2015 – Le schede piccole divise per zone
(in corsivo sono evidenziati i nuovi inserimenti, tra parentesi il saldo rispetto all’edizione 2014)

Alto Casertano (+3)

Galardi
Porto di Mola
Regina Viarum
Se.Vin
Telaro
Volpara

Terre del Volturno – Colline Caiatine (-1)

Castello Ducale
Il Verro

Sannio (+3)

Aia dei Colombi
Cantina Sociale di Solopaca
Capolino Perlingieri
La Fortezza
Masseria Vigne Vecchie
Mustilli
Nifo Sarrapochiello
Santiquaranta
Torre a Oriente
Torre Varano
Venditti
Vigne di Malies
Vigne Sannite
Votino

Irpinia (-4)

Amarano
Antico Castello
Boccella
Cantina del Barone
Colle di San Domenico
D’Antiche Terre
Elmi
Filadoro
La Casa dell’Orco
Le Ormere
Manimurci
Torricino
Traerte
Vesevo
Vigna Villae
Vigne Guadagno – Vistabella
Zampino

Campi Flegrei (+2)

Cantine del Mare
Cantine Federiciane
Farro
Grotta del Sole

Vesuvio (-1 scheda grande, +4 piccole)

De Falco
Sannino
Setaro
Sorrentino

Ischia (+2)

Cenatiempo
La Pietra di Tommasone
Pietratorcia

Costa d’Amalfi (-1)

Apicella
Reale
Sammarco Ettore

Colli di Salerno – Colli Picentini (-3)

Casula Vinaria
Lunarossa

Cilento (+2)

Barone
Casebianche
Cuomo – I Vini del Cavaliere
De Conciliis
Verrone

Gambero Rosso 2014 – Le schede grandi divise per zone

Alto Casertano

Galardi
Masseria Felicia
Villa Matilde

Terre del Volturno – Colline Caiatine

Alois
Nanni Copè
Terre del Principe
Vestini Campagnano – Poderi Foglia

Sannio

Cantina del Taburno
Fontanavecchia
La Guardiense
La Rivolta

Irpinia

A Casa
Caggiano Antonio
Colli di Castelfranci
Colli di Lapio
Contrada Michele
Contrade di Taurasi
D’Antiche Terre
Di Marzo
Di Prisco
Donnachiara
Ferrara Benito
Feudi di San Gregorio
I Favati
Mastroberardino
Molettieri Salvatore
Montesole
Perillo
Picariello Ciro
Pietracupa
Quintodecimo
Rocca del Principe
Sanpaolo – Magistravini
Tenuta Sarno 1860
Tecce
Tenuta Cavalier Pepe
Terredora
Urciuolo
Villa Diamante
Villa Raiano

Campi Flegrei

Contrada Salandra
Grotta del Sole
La Sibilla

Vesuvio

Sorrentino

Ischia

D’Ambra

Costa d’Amalfi

Marisa Cuomo
San Francesco Tenuta

Colli di Salerno – Colli Picentini

Montevetrano

Cilento

De Conciliis
Maffini
San Giovanni
San Salvatore

Gambero Rosso 2014 – Le schede piccole divise per zone
(in corsivo sono segnalate le aziende non più presenti in guida)

Alto Casertano

Papa
Regina Viarum
Trabucco

Terre del Volturno – Colline Caiatine

Alepa
Il Verro
Viticoltori del Casavecchia

Sannio

Aia dei Colombi
Capolino Perlingieri
Cautiero
Masseria Frattasi
Mustilli
Nifo Sarrapochiello
Ocone
Terre Stregate
Torre a Oriente
Vigne Sannite
Votino

Irpinia

Amarano
Antichi Coloni
Antico Castello
Bambinuto
Boccella
Cantina dei Monaci
Centrella
Colle di San Domenico
Di Meo
Feudo Apiano
Fonzone Caccese
Historia Antiqua
Il Cancelliere
La Casa dell’Orco
Le Masciare
Marsella
Tenuta Ponte
Torricino
Traerte
Vigne Guadagno – Vistabella
Vinosia

Campi Flegrei

Astroni
Farro

Ischia

La Pietra di Tommasone

Penisola Sorrentina

Abbazia di Crapolla

Costa d’Amalfi

Apicella
Le Vigne di Raito
Reale
Sammarco Ettore

Colli di Salerno – Colli Picentini

Casa di Baal
Casula Vinaria
Lunarossa
Terra di Vento
Vuolo

Cilento

Casebianche
Magnoni Salvatore
Verrone

 

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