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Come è rosso il Piedirosso. Campania Stories I Vini Rossi 2014

E’ subito un confronto aperto e sfaccettato quello che viene fuori dalla prima giornata di Campania Stories I Vini Rossi 2014, rassegna di presentazione delle ultime annate dei vini rossi prodotti nelle principali denominazioni campane, che vive la tappa iniziale (da mercoledì 12 a venerdì 14 marzo) nella splendida cornice del Grand Hotel Parker’s di Napoli.

Dopo il benvenuto e il focus curato dall’agronomo territorialista Antonio Di Gennaro sulle problematiche ambientali in regione (con dati e cartografie),  spazio al primo seminario degustazione riservato ai giornalisti e alle aziende, incentrato sul Piedirosso campano, con particolare riferimento al suo ruolo sempre più centrale nel distretto produttivo della provincia di Napoli.

Un approfondimento che fino a qualche tempo fa sarebbe stato se non impossibile quantomeno poco efficace. Solo negli ultimi anni, infatti, si registra un progressivo interesse da parte di critici, operatori e consumatori per un vitigno erroneamente considerato “minore”. Un’attenzione certamente agevolata da una crescita del numero dei vini disponibili sul mercato e del loro livello, in termini di precisione tecnica, identità varietale, personalità territoriale. Ma anche e soprattutto da un momento particolarmente favorevole, perlomeno in Italia, per quei rossi ad alta vocazione “gastronomica”: agili senza essere banali, leggeri ma tonici e saporiti nelle
migliori versioni. Vini che oltretutto evidenziano il più delle volte un favorevole rapporto qualità-prezzo (quasi sempre sotto i 15 euro in enoteca) e che possono essere utilizzati a tavola con un’ampia gamma di abbinamenti, pesce compreso, magari a temperatura da rosato.

Si tratta comunque, almeno per il momento, di produzioni piuttosto ridotte e poco conosciute fuori dalla Campania e dalle regioni limitrofe. Un limite che i produttori cercano di superare collaborando sinergicamente e dedicando molte energie nel raccontare quello che di originale e non ripetibile si nasconde in questi vini. Proprio con questo spirito le aziende coinvolte nel seminario si sono incontrate a più riprese per condividere dati, esperienze, opinioni, demandando a Francesco Martusciello, Raffaele Moccia e Gerardo Vernazzaro il compito di inquadrare a nome del gruppo gli aspetti geologici, viticoli e tecnici dei Campi Flegrei, indubbiamente la denominazione di riferimento ad oggi per il piedirosso campano.

Un racconto accompagnato parallelamente dall’assaggio dei vini, che ha innescato una serie di interessanti e variegate riflessioni da parte dei giornalisti italiani ed internazionali presenti.
Per il giornalista belga Hervé Lalau “il piedirosso è una grande sorpresa, che può trovare sicuramente più spazio nella mia zona: gli appassionati cercano sempre di più vini con queste caratteristiche, agili e gustosi, con alcol contenuto, facili da bere ed abbinare”.
Un po’ diverso è il quadro che descrive la giornalista russa Eleonora Scholes: “Sono vini indubbiamente di carattere, nelle migliori versioni molto interessanti, ma il mercato russo non è ancora pronto ad apprezzarli come meriterebbero: sono vini troppo poco ricchi e alcolici rispetto al modello stilistico di riferimento”.
Un concetto integrato dal Master of Wine britannico Peter McCombie: “si sente chiaramente che questi sono rossi nati per la tavola, purtroppo il consumatore medio nel Regno Unito è ancora poco abituato a consumare i vini durante il pasto, nonostante molti winewriter dedichino sempre più spazio agli abbinamenti. In quest’ottica, il Piedirosso può fare più fatica di altri vini, perché bevendolo da solo può apparire troppo acido e squilibrato”.
E’ un altro tipo di sottolineatura quella con cui chiude “doctor wine” Daniele Cernilli: “Il vino non è soltanto mercato e modelli gustativi di riferimento: il Piedirosso ha un valore storico e viticolo di enorme importanza, a livello mondiale, con le sue vigne centenarie a piede franco e un patrimonio genetico conservato pressoché intatto da oltre duemila anni. Bisogna essere consapevoli di questi tesori, perché un certo tipo di gusto può essere “modellato”, ma un distretto di tradizione veramente secolare è impossibile da replicare a tavolino”.

Il Piedirosso in Campania – Vini assaggiati

  1. Federiciane – Campi Flegrei Piedirosso 2013
  2. Tommasone – Ischia Per’e Palummo 2012
  3. Sorrentino – Pompeiano Piedirosso Frupa 2011
  4. Cantine dell’Averno – Campi Flegrei Piedirosso 2011
  5. La Sibilla – Campi Flegrei Piedirosso Vigna Madre (Progetto Vigne Storiche) 2011
  6. Astroni – Campi Flegrei Piedirosso Colle Rotondella 2010
  7. Contrada Salandra – Campi Flegrei Piedirosso 2010
  8. Grotta del Sole – Campi Flegrei Piedirosso Montegauro Ris. 2009
  9. Agnanum – Campi Flegrei Piedirosso Vigna delle Volpi 2007

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